Il giardino segreto

Ma quanta pace regala un giardino?

​L’ho capito a Marrakech.
Laddove pensavo che vi fosse solo deserto e la parola giardino rappresentasse un lontano miraggio, scopro esattamente il contrario.
Il Marocco, pur avendo una geografia alquanto varia, si configura come una regione prevalentemente arida e la polverosa Marrakech lo conferma.
Vivere la Medina, il cuore pulsante della città, significa districarsi tra una serie di vicoli colmi di gente, colori, odori e luci calde. Tutto va così veloce, finché, all’improvviso, dal nulla, questo caratteristico via vai si ferma lasciando spazio ad una meravigliosa tranquillità. L’ocra del paesaggio diventa mille tonalità di verde. Ed è proprio in questo modo che, inaspettatamente, trovai il Jardin Secret, uno splendido giardino nascosto nel caos del mercato, l’ultima cosa che mi sarei immaginata di incontrare.

Il Giardino Segreto racconta una storia di costruzione, ricostruzione ed abbandono che ha inizio nel XVI secolo. Conclusi da qualche anno gli ultimi restauri, è oggi uno dei più famosi giardini di Marrakech raccogliendo in sé tantissime specie vegetali provenienti da tutto il mondo. L’intera struttura si suddivide in due ambienti: il giardino esotico ed il giardino islamico. Una miscellanea prima dinamica poi ordinata di varietà particolari continuamente irrigata da un preciso sistema di vasi comunicanti. 

Mi sembrò strano, invece era la cosa più naturale che potesse esservi. 
In effetti, la stessa parola con cui in arabo si indicano generalmente gli hotel della città, riad, può essere tradotta proprio come “giardini”. E tutto torna. Nello specifico i riad costituiscono le tradizionali abitazioni marocchine, antiche residenze con sviluppo a corte. D’altronde, che vi si trovi in Marocco oppure no, al centro della casa, come della vita, c’è sempre ciò che conta, ciò che dà ricchezza, ciò che è fortuna, in questo caso, piante rigogliose, una fontana, una piscina.
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