Non a tutti piacciono gli arbusti.
Sara Gavazzi
“E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere La vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare La vita è così grande che quando sarai sul punto di morire pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire” scrive Vecchioni. Quanto sia grande il valore di questa pianta è difficilmente spiegabile. Sin dall’antichità l’olivo viene venerato per la sua essenzialità; secondo la mitologia fu il sacro dono che la dea Atena concesse all’umanità. Un dono in grado di generarne altri, un albero sempreverde forte e longevo che dà olive, che, a loro volta, danno olio. Un circolo di presenti che racchiude una famiglia, una società, una cultura. Mi è sempre stato insegnato l’amore per l’olivo e l’impegno che richiede la raccolta dei suoi frutti. Proprio quest’ultima ha sempre travolto i miei nonni come se fosse una grande festa. Da piccola mi chiedevo come facessero a paragonare una cosa così stancante al Natale, poi però sono cresciuta e ho visto. Ho visto il sacrificio che un uomo deve fare per campare, ho visto quanto sia facile sprecare per meri capricci, ho visto l’ingiustizia ma anche la cura e la dedizione, ho visto il tronco, le foglie, l’olive e l’olio, ho visto l’argento e l’oro. Ogni volta che mi immergo in un oliveto e rimango ammaliata dal bagliore argenteo, ogni volta che dal frantoio vedo tornare bottiglioni dorati, ogni volta capisco quanto questa tradizione sia preziosa e necessaria. Atena ci fece un dono, io quel dono lo rivedo nella mia famiglia che ride e bruca. L’olivo è la nostra storia, che ci rende lavoratori uniti e felici. Tutto ciò che dovremmo essere gli altri 11 mesi dell’anno Ha ragione Vecchioni, la vita è così forte, vera, grande.. e sogna, ragazzo, sogna!
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AutoreSara Gavazzi Categorie
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