Non a tutti piacciono gli arbusti.
Sara Gavazzi
I semi del girasole si dispongono nella calatide a spirale. Analizzando attentamente si noteranno due gruppi spiraliformi, l’uno con curve poste in direzione oraria, l’altro in direzione antioraria. Si ha un sapiente gioco d’incastri, il cui numero corrisponde sempre ad uno della nota successione di Fibonacci. Le stesse curve si possono ritrovare nelle conchiglie, i cui disegni richiamano la sezione aurea. Dettagli che spesso passano inosservati ma che in realtà nascondono un mondo. È incredibilmente tutto in relazione. Persino la parte più piccola è in contatto con quella più grande. Nel tempo tantissimi artisti e filosofi hanno studiato e apprezzato queste forme come assoluti ideali di bellezza e armonia. Se solo un seme può celare in se’ così tanto, cosa possiamo noi? Tutto si riassume in un rapporto infinito che infinitamente si ripete. Inimmaginabile, eppure è così. Tali proprietà matematiche si ripropongono in diversi ambiti, anche distanti tra loro. La natura, ad esempio, ci mostra le sue geometrie con insistenza (i girasoli e le conchiglie ne sono solo alcune citazioni) tuttavia ci sfuggono. Questo perché non siamo più abituati ad analizzare davvero, ci fermiamo alla prima occhiata, quella basta. Non deve finire in questo modo. Anche il girasole, seppur un po’ goffo e spreciso a prima vista, nasconde la perfezione al suo interno. Ognuno di noi ha un universo dentro, basta saper guardare.
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AutoreSara Gavazzi Categorie
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